giovedì 11 dicembre 2008

L'EMBRIONE

Dichiarazione Universale dei diritti umani - Déclaration universelle des droits de l'Homme

"La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani" è stata firmata il 10 dicembre 1948 a Parigi.
Dobbiamo ricordarcelo, perché questi diritti sono spesso calpestrati.

Diritti Umani.
Questa parola "umani" lascia però perplessi: quando inizia ad essere riconosciuto "umano" l'essere umano? Dal concepimento o dalla nascita?

Pochi sanno che il 22 giugno 1996 è stato firmato a Roma
"Identità e Statuto dell'Embrione Umano"

(Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per l'informazione e l'editoria)

Riporto qui due passaggi della presentazione del documento, ho evidenziato in nero quello che mi ha colpito:

"Nel gruppo di lavoro si è fatta subito strada la convinzione che qualunque discussione bioetica che coinvolgesse l’embrione dovesse preliminarmente prendere le mosse da una adeguata risposta alla domanda sulla natura dell’embrione. Una domanda quindi, per usare un termine impegnativo ma ineludibile, ontologica, avendo per oggetto la ricerca di una definizione di un’essenza; una domanda radicale, per rispondere alla quale si è reso indispensabile l’apporto della biologia, ma che non poteva ridursi a una mera domanda biologica, perché non poneva in questione ciò che la biologia percepisce e definisce — con i propri criteri metodologici interni — come embrione, ma ciò che quell’ “oggetto” che la biologia studia e definisce come embrione è in se stesso. Insomma, mai come durante la riflessione sull’embrione, è apparso evidente ai membri del Comitato che la bioetica presuppone (almeno in questo caso, ma si potrebbe dire ancora più esattamente in tutti i casi) una bio-ontologia.
...
L’embrione è uno di noi: questa frase, talmente semplice da suonare per alcuni irritante, esplicita bene l’atteggiamento bioetico fondamentale che emerge dal nostro testo: il senso del limite al nostro possibile operare tecnologico.
È vero: nel CNB si sono manifestate diverse opinioni sul come trattare gli embrioni prima che le loro cellule perdano la totipotenzialità. Ma anche coloro, tra i membri del CNB, che hanno aderito alle prospettive più “possibiliste” condividono comunque l’idea che gli embrioni non sono mero materiale biologico, meri insiemi di cellule: sono segno di una presenza umana, che merita rispetto e tutela. Su questo punto, che è in definitiva quello bioeticamente essenziale, il CNB è stato unanime; ed è per questo che nessuna divergenza di opinione tra i membri del CNB può rendere meno rilevante il loro accordo bioetico di principio."
Roma, 22 giugno 1996
Il Presidente
Francesco D’Agostino

http://www.governo.it/bioetica/testi/220696.html

sabato 29 novembre 2008

la vita prenatale

Ero nella vasca da bagno, la testa immersa sott’acqua e ascoltavo.
La radio era accesa e potevo udire Mina che cantava. Il telefono squillò e sentii mio marito rispondere e ridere. Nel contempo sentivo anche il rumore che faceva l’acqua mossa dai miei piedi.
Appositamente rimanevo sott’acqua il più a lungo possibile per osservare le mie sensazioni. Pensavo a tutto quello che poteva vivere il bambino nel liquido amniotico nella pancia della sua mamma.

I segreti della vita intra-uterina sono rimasti ben custoditi fino a tempi assai recenti, sebbene l’interesse e le congetture risalgono a Ippocrate e probabilmente anche prima. Si è dovuto infatti attendere l’avvento dell’ecografia per poter penetrare nell’intimità del mondo intra-uterino e osservare lo sviluppo del bambino dal concepimento al momento della nascita. Oggi, con l’ecografia tridimensionale, si può addirittura osservare le due cellule germinali che si uniscono per formare un essere umano. Oltre alla possibilità di studiare la regolarità dello sviluppo del feto, al suo stato di salute e di poter procedere ad un intervento medico in caso di patologia, queste osservazioni hanno permesso di studiare le capacità fetali e le sue reazioni all’ambiente.
Il fatto che il feto sia sensibile agli stimoli uditivi non è più da dimostrare. Si suggerisce alla donna in gravidanza di cantare e di circondare la sua pancia di musica. “Attualmente sappiamo che lo sviluppo delle funzioni sensoriali dipende in parte dal fatto che il feto riceva gli stimoli appropriati” scrive in “Amarlo prima che nasca” il prof. Jean-Pierre Relier e aggiunge “sembrerebbe che gli stimoli uditivi contribuiscano in maniera determinante allo sviluppo cerebrale”. E’ stato anche verificato che questi stimoli non devono superare una soglia critica. In effetti, certi suoni “imposti” di continuo al feto possono infastidirlo al punto che si agita freneticamente, martellando la parete intra-uterina “per manifestare il suo disagio”. In queste poche parole è stato descritto un atteggiamento che rivela tante cose: reattività con volontà di difendersi e di comunicarlo. Molti studi hanno dimostrato che il feto manifesta l’ansietà, la paura, dando calcetti più o meno forti sulla parete dell’utero.

Presi una boccata d’aria. Solitudine, è stata la prima sensazione che mi giunse quando immersi di nuovo la testa sott’acqua: non potevo comunicare con nessuno, l’ambiente circostante era solo una dura e fredda vasca da bagno. Non avevo nessun interlocutore esterno che si preoccupava di me.
Il bambino prenatale cresce circondato da numerosi rumori emessi dal corpo della sua mamma: respirazione, digestione, articolazioni, circolazione dei liquidi, battito cardiaco e tutti i suoni emessi dalle corde vocali. Di tutti questi suoni che sente in sotto fondo da sempre, solo due attirano la sua attenzione: il battito cardiaco e la voce materna. E’ la placenta, organo straordinariamente devoto al bambino, che gli trasmette il suono del battito cardiaco. Questo suono ritmico così familiare gli infonda tranquillità o inquietudine. Data l’esperienza acquisita, il feto sa che un battito normale indica una situazione sicura, mentre un battito accelerato è il segnale di pericolo, quindi di insicurezza. Ce lo insegna la scienziata Marie-Claire Busnel che ha dedicato anni di studio a questo argomento. I risultati delle recenti ricerche affermano che il bambino prenatale non è affatto un essere passivo, ma reagisce alle situazioni ambientali, prova delle emozioni ed è intimamente coinvolto nel mondo affettivo e relazionale della madre e anche del padre.
“L’interazione con l’ambiente non è soltanto uno degli aspetti dello sviluppo cerebrale, come si credeva, ma è un’esigenza assoluta facendo parte del processo sin dai primissimi giorni della vita intra-uterina” dice il Dr Thomas Verny, uno dei pionieri dello studio della vita del bambino in utero. Il bambino prenatale ha un solo e unico interlocutore sin dall’inizio: la madre. Egli reagisce ai cambiamenti d’umore, ai sentimenti, ai pensieri della madre. Questo gli viene trasmesso in parte per via ormonale, ma anche grazie all’empatia che sta alla base del legame che esiste tra di loro.
“Il dialogo madre-bambino è quasi sempre caratterizzato da un miscuglio di emozioni positive, negative e ambivalenti” dice il prof. Peter Fedor-Freyberg. Si è potuto constatare che la relazione affettiva del bambino con la madre durante la gravidanza ha delle conseguenze non indifferenti sull’adulto che diventerà.
Dal concepimento il bambino prenatale riceve tutte le informazioni di qualsiasi genere unicamente attraverso la madre. Il sapore del cibo, anche gli odori, il rumore della città, il silenzio della natura, praticamente tutto l’ambiente esterno. Di continuo riceve una quantità di messaggi che registra. La memoria si instaura già nel primo trimestre di gravidanza. A mano a mano che la sua memoria si rafforza e le sue esperienze si arricchiscono, egli diventa capace di fare delle distinzioni sempre più sottili, mentre lo sviluppo emozionale diventa sempre più complesso e la sua personalità inizia a formarsi. Sono le emozioni della madre che aiutano a formare questa personalità. L’ansietà della madre, per esempio, è uno stimolo. Ogni stimolo contribuisce allo sviluppo psichico del bambino prenatale, poiché lo spinge a elaborare progressivamente delle tecniche per rimediare allo stato che la madre gli comunica. Il bambino inizia così a strutturare un meccanismo di difesa. All’inizio lo vive come un’impressione sgradevole che lo disturba, impressione che si trasforma in emozione. La stessa emozione si ripresenterà ogni volta che la madre vivrà il medesimo stato ansioso. Così s’instaura un’interazione fra lo stato emotivo della madre e la reazione del bambino prenatale. Tale emozione provoca la formazione di concetti sulle intenzioni della madre. A questo punto sorge il delicato compito della madre: il bambino non ha modo di analizzare il perché dello stato emotivo della madre e considera ogni cosa in funzione di se stesso, quindi la madre deve assolutamente spiegare al suo bambino il motivo di questo stato.
Ancora non sappiamo come ciò avviene, ma esiste un dialogo tra la madre e il bambino prenatale, con il pensiero o con la voce, sempre fatto di emozioni, di sentimenti, di complicità. Questo dialogo è indispensabile. L’assenza di questa relazione crea una sensazione di abbandono e sarà fonte di molti problemi psicologici che si manifesteranno nel corso della vita dell’individuo.

La testa fuori dell’acqua ripresi brutalmente contatto con i rumori esterni. Ripensai alla sensazione di solitudine che mi aveva sfiorata e al racconto di David Chamberlain, psicologo americano,. E’ la storia di una donna rimasta incita contro il suo volere e che aveva deciso di abortire. Non lo aveva fatto, perché il suo compagno minacciò di abbandonarla se avesse interrotto la gravidanza. Durante tutta la gravidanza la donna considerò il feto come un intruso, quasi come un nemico. Partorì una bambina. Portata alla madre per l’allattamento, la bambina piange e rifiuta decisamente di attaccarsi al suo seno. Nessuno dei numerosi tentativi porta al successo. Alla fine si tenta di attaccarla al seno di un’altra neo-mamma. La bambina si calma e succhia subito con forza. Chiedono alla madre “ma Lei desiderava questa bambina?”. A queste parole la madre scoppia a piangere confessando di aver volutamente ignorato la bambina per tutta la gravidanza. David Chamberlain aggiunge che la madre, da quel momento, ravvedutasi fece di tutto per conquistare l’amore della sua bambina.
Il Dr Janus, medico e psicanalista, ha osservato che traumi psicologici e problemi pre- e perinatali sono affiorati durante la psicoterapia in circa due terzi dei pazienti adulti. “Il continuum della vita inizia nell’utero” scrive il prof. Freyberg, “la madre non è soltanto un ricettacolo per la crescita del bambino, ma è coinvolta nell’iniziare e nel partecipare”.

Non è sufficiente seguire il buon andamento della gravidanza mediante vari esami tecnologici sempre più all’avanguardia, occorre rendere i futuri genitori consapevoli della vita emotiva, affettiva del loro bambino in utero.
Il bambino prenatale chiede attenzione e si ciba d’amore. Una relazione affettiva madre-padre-bambino armoniosa assicurerà un neonato felice, che crescerà equilibrato e diventerà un adolescente pronto ad affrontare serenamente la vita.

martedì 18 novembre 2008

L'orecchio nella vita prenatale

"E' grazie alla voce della madre, percepita attraverso un orecchio precocemente formato ed operativo fin dalle prime settimane della vita prenatale, che si forma il desiderio di comunicare."
Alfred A. Tomatis

Una buona comunicazione è indispensabile ad una buona intesa tra gli esseri umani. Questa comunicazione inizia già nell'utero materno. Alfred Tomatis, otorinolaringoiatra francese, ha effettuato delle ricerche per molti anni e ha così scoperto che il feto percepisce i suoni attraverso le vibrazioni della struttura ossea della madre. Prima ancora di udire con l'orecchio, il bambino nel liquido amniotico ode con tutto il corpo.
A 4 mesi e mezzo si conclude già lo sviluppo dell'orecchio. E l'orecchio è protetto da un osso più duro di tutte le ossa dell corpo.
Grazie alle stupende foto di Rainer Jonas, ginecologo e scrittore tedesco, possiamo contemplare questa meraviglia che è lo sviluppo dell'orecchio umano...

venerdì 14 novembre 2008

Il Fumo e l'Alcool nella vita prenatale

E’ ormai risaputo da tutti che fumare fa male, quello che magari non tutti sanno è che il fumo -sia attivo, sia passivo- è in grado di provocare danni molto gravi e irreparabili sul feto.Infatti le sostanze nocive prodotte dal fumo della sigaretta nuocciono all’ambiente intra-uterino incidendo negativamente sullo sviluppo del feto. I disturbi più frequenti sono:
• ematomi retroplacentari
• anomalie nell’inserimento della placenta
• nascita pretermine
• basso peso del bambino alla nascita
• ritardo nella crescita intra-uterina
• anomalie comportamentali
• danno vascolare alla retina.
Il danno vascolare riguarda sia le arterie che diventano rigide e strette, sia le vene che risultano tortuose e dilatate, inoltre nei bambini maggiormente esposti al rischio di emorragie oculari è stata osservato un aumento della pressione arteriosa.
I risultati di studi fatti in Danimarca evidenziano che il fumo materno in gravidanza aumenta il rischio di coliche infantili, coliche che possono provocare agitazione e pianto per varie ore al giorno.
E’ stato dimostrato inoltre che in una madre fumatrice ha più probabilità di mettere al mondo bambini soggetti ad asma rispetto a una madre non fumatrice.
Ma ancora più preoccupante è il dato secondo cui i bimbi nati da donne che hanno continuato a fumare in gravidanza hanno un alto tasso di mortalità improvvisa.
Come se tutto questo non bastasse evidenze cliniche dimostrano che il figlio di una madre fumatrice in gravidanza ha molte più probabilità di ammalarsi di tumore rispetto al figlio di una madre non fumatrice e sarà maggiormente esposto alla probabilità di “prendere il vizio” quando sarà grande.
Ma non solo: il fumo in gravidanza fa anche aumentare il rischio di aborto spontaneo.
Naturalmente i danni prodotti dal fumo in gravidanza sono direttamente proporzionali alla dose giornaliera di sigarette, quindi per le gestanti impenitenti è consigliabile almeno un consumo moderato di tabacco. Piuttosto che una sospensione drastica è preferibile una riduzione graduale della dose giornaliera al fine di evitare ripercussioni psicologiche indesiderate e spiacevoli crisi di astinenza (irrequietezza, instabilità di umore, tremolii, insonnia, ecc.) che nocerebbero al bambino.
Spesso la sola forza di volontà non è sufficiente. Occorre chiedere aiuto allo psicologo.

I danni provocati dall’alcool non sono inferiori a quelli provocati dal tabacco, il consumo di bevande alcoliche durante la gravidanza può essere molto dannoso per la crescita del bambino.
Per non turbare il naturale sviluppo del feto è necessario abolire totalmente l’alcool. Infatti sono sufficienti 4 bicchieri di vino al giorno o ripetuti stati di ebbrezza per incidere negativamente sul decorso della gestazione, nel migliore dei casi si potrebbe generare un bambino che presenterà difficoltà di apprendimento e di socializzazione, nel peggiore dei casi invece l’alcool causa malformazioni fisiche e ritardo mentale.
Per la salute della mamma e del bambino è quindi raccomandata l’astinenza dall'alcool.

Fumo e alcool sono delle droghe per il bambino. Quando nascerà piangerà sempre per dolori di crisi di astinenza.

mercoledì 5 novembre 2008

La vita prenatale - La vie prénatale

A una futura mamma - À une future maman


Sei una futura mamma.
Lo sai da poco tempo.
Ma sei una futura mamma con cellulare, computer e internet: in un lampo sai tutto della tua gravidanza! Sai tutto della tecnologia che accompagna oggi la gravidanza, del percorso che farai e dei pericoli vari che incontrerai. Insomma, sai troppe cose...
Ma sai veramente quello che è il più importante?
Lo sai che devi darti una calmata i 3 primi mesi? Lo sai che i 3 primi mesi sono i più importanti per lo sviluppo del tuo bambino? Lo sai che devi fermarti ad ascoltare quello che succede al tuo corpo? E' assalito da una vera tempesta ormonale! Ascolta le tue emozioni, non aver paura.
Cambia ritmo! Impara a respirare tranquillamente, profondamente. Trovati dei momenti durante la giornata, solo per te, per rimanere in silenzio e accompagnare con il tuo cuore la crescita inverosimilmente veloce del tuo bambino! Se tu non senti ancora i movimenti che fa, lui sente tutto di te e già ti conosce...
Ricordati sempre che sei la sua Regina.

Tu es une future maman.
Tu le sais depuis peu.
Mais tu es une future mère avec portable, ordinateur et internet: en un clin d'œil tu sais déjà tout sur la grossesse! Tu sais tout de la technologie qui accompagne de nos jours la grossesse, du parcours des neuf mois, des dangers que tu pourras rencontrer. Pratiquement, tu en sais trop...
Mais connais-tu ce qui est le plus important?
Sais-tu que pendant le 3 premiers mois tu devrais mettre un frein à ton activité? Sais-tu que les 3 premiers mois sont les plus importants pour le développement de ton enfant? Sais-tu qu'il serait nécessaire que tu sois à l'écoute de ton corps? Il est assailli par une vraie tempête hormonale! Ecoute tes émotions et n'aies pas peur.
Change de rythme! Apprends à respirer tranquillement, profondément. Trouve des moments de la journée qui seront seulement pour toi, pour rester en silence et accompagner avec ton cœur le développement invraisemblablement rapide de ton enfant! Si tu ne sens pas encore les mouvements qu'il fait, lui sent tout de toi et te connait déjà...
Souviens-toi toujours que tu es sa Reine.

mercoledì 29 ottobre 2008

IL MASSAGGIO DEL NEONATO

Non tutti sappiamo quanto sia importante il massaggio praticato al bambino nei primi mesi di vita. Ci sono notevoli evidenze cliniche in proposito, inoltre recenti ricerche hanno confermato l’effetto positivo del massaggio sullo sviluppo e sulla maturazione del bambino a diversi livelli.

Secondo l’A.I.M.I (Associazione Italiana Massaggi Infantili) il massaggio praticato nei primi mesi di vita del bambino porta i seguenti immediati benefici

• istituisce una via privilegiata per comunicare ed essere in contatto con il proprio bambino.
• favorisce il legame di attaccamento e rafforza la relazione genitore-bambino
• favorisce uno stato di benessere nel bambino
• aiuta il bambino a scaricare e dare sollievo alle tensioni provocate da situazioni nuove, stress o piccoli malesseri
• stimola, fortifica e regolarizza il sistema circolatorio, respiratorio, muscolare, immunitario e nervoso
• Previene e dà sollievo al disagio delle coliche gassose
• può rivelarsi un buon sostegno nei disturbi del ritmo sonno-veglia
• nutre e sostiene nell’arte di essere genitori

martedì 28 ottobre 2008

Il Massaggio del Neonato

Il neonato si nutre d'amore. Il massaggio della mamma è un cibo essenziale, perché è fatto con amore. E' vero, il neonato è talmente piccolo che la mamma ha timore di fargli male massaggiandolo senza aver imparato. Eppure, dovrebbe essere istintivo, come lo è in Africa, in India e in tutti i paesi in cui il massaggio del neonato fa parte del rapporto mamma bambino.

ved.: http://www.aimionline.it

Le nouveau né se nourrit d'amour. Le massage qu'il reçoit de sa maman est un aliment essentiel, car il est fait avec amour. Souvent la mère n'ose pas masser vraiment si elle n'a pas appris, elle a peur de faire du mal à son petit. Et pourtant ce devrait être instinctif, comme on le voit faire par les mères en Afrique, en Inde et dans tous les pays où le massage du bébé fait partie du rapport mère-enfant.

ved.: http://www.aimionline.it

giovedì 16 ottobre 2008

I diritti della donna nel parto

Mi è sembrato utile ricordare alle future mamme i loro diritti quando partoriranno in particolare il diritto di partorire nella posizione che vogliono, non essere separate dal neonato subito dopo la nascita, poterlo allattare subito e tenere la placenta.

Il Congresso sulla Tecnologia Appropriata per la Nascita, 9 maggio 1985, ha prodotto le raccomandazioni OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) di cui ho evidenziato in neretto gli elementi i più importanti che cerco di far capire (perché purtroppo la donna non crede di avere dei diritti quando partorisce) alle future mamme che seguono il nostro corso di accompagnamento alla gravidanza.

1- Il benessere psicologico della neo-madre deve essere assicurato non soltanto permettendo il libero accesso durante il parto ad un membro della sua famiglia, di sua scelta, ma anche favorendo la possibilità che lei riceva visite nel periodo post-natale.
Inoltre l’équipe terapeutica deve assicurare un supporto emotivo sia in presenza che in assenza di persone che accompagnano la donna e che non appartengono all’Istituzione.
2- A tutte le donne che partoriscono in un’istituzione devono essere garantiti il rispetto dei loro valori e il diritto a porre in atto quelle pratiche che appartengono alla loro cultura, come il modo di vestire, sia se stesse sia il bambino, la consumazione di cibi culturalmente significativi, l’utilizzazione finale della placenta e altre manifestazioni inerenti alla loro cultura. I servizi sanitari perinatali devono sforzarsi ad ogni costo di adattarsi a tali pratiche culturali, senza pregiudizio per la loro efficacia.
3- Il neonato in salute deve restare con la madre ogni volta che le condizioni dei due lo permettano. Nessun processo di osservazione della salute del neonato giustifica la separazione dalla madre.
4- Si deve promuovere immediatamente l'inizio dell'allattamento al seno, perfino prima che sia lasciata la sala parto.
5- I Paesi con bassa percentuale di mortalità infantile nel mondo hanno percentuali di cesarei inferiori al 10%. Chiaramente non c'è nessuna giustificazione, in nessuna regione geografica, per avere più del 10-15% di parti cesarei.
6- Non c'è nessuna prova che dopo un precedente taglio cesareo trasversale basso sia richiesto un ulteriore taglio cesareo per la gravidanza successiva. Parti vaginali, dopo un cesareo, dovrebbero essere di norma incoraggiati dove è possibile disporre di un servizio di emergenza per eventuale intervento chirurgico.
7- La legatura delle tube di Falloppio non è un’indicazione per il taglio cesareo. Ci sono molti metodi più semplici e più sicuri per la sterilizzazione delle tube.
8- Non c'è nessuna prova che il monitoraggio elettronico fetale, fatto di routine, abbia un effetto positivo sull'esito della gravidanza. Il monitoraggio elettronico fetale dovrebbe essere eseguito soltanto in situazioni particolarmente selezionate, rapportate all'alto tasso di mortalità perinatale, e nel travaglio indotto.
9- Quelle nazioni che dispongono di apparecchiature elettroniche e di personale qualificato, dovrebbero progettare e attuare ricerche al fine di identificare quei gruppi specifici di donne incinte che potrebbero trarre beneficio dal monitoraggio elettronico. Si ritiene che, fino al momento in cui tali risultati non saranno conosciuti, i servizi sanitari dovrebbero astenersi dall’acquistare nuove attrezzature.
10- Si raccomanda di controllare il battito cardiaco fetale attraverso auscultazione clinica sistematica frequente durante il primo stadio del travaglio; più frequentemente durante l'espulsione.
11- Non c'è nessuna indicazione per la rasatura del pube e per il clistere prima del parto.
12- Si raccomanda di non mettere la donna incinta nella posizione dorsale litotomica durante il travaglio e il parto. Si deve incoraggiare la donna a camminare durante il travaglio, e ogni donna deve decidere liberamente quale posizione adottare durante il parto.
13- Si deve valutare e adottare la protezione del perineo attraverso metodi alternativi. L'uso sistematico dell'episiotomia non è giustificato.
14- Il processo di parto non deve essere indotto per comodità: l'induzione del travaglio dovrebbe essere riservata solo in quelle situazioni dove vi sono specifiche indicazioni mediche. Nessuna regione geografica dovrebbe avere un tasso di travaglio indotto più alto del 10%.
15- Durante il parto si dovrebbe evitare la somministrazione routinaria di analgesici o anestetici che non siano richiesti specificamente per correggere o prevenire complicazioni nel processo di parto.
16- Normalmente la rottura delle membrane non è richiesta fino a uno stadio abbastanza avanzato del parto. La rottura artificiale precoce delle membrane, come un processo di routine, non ha nessuna giustificazione scientifica.
17- Si dovrebbero promuovere ulteriori ricerche per valutare il minimo indispensabile degli indumenti speciali richiesti per coloro che assistono al parto e per il neonato.

domenica 12 ottobre 2008

IL FORUM DELL'ELIOTROPIO

Molto interessante il Forum dell'Eliotropio per le future mamme e le neo mamme:
http://eliotropio.forumattivo.com/index.htm

sabato 4 ottobre 2008

ELIOBABY per il papà - ELIOBABY pour le papa

Questi futuri papà sono eccezionali!

Sono venuti all’appuntamento, come sempre. Sono rari i futuri padri che rifiutano di partecipare al “corso dei papà” incluso nel nostro corso di accompagnamento alla gravidanza.

E, come sempre, sono emozionata. Forse sento per empatia la loro emozione. Infatti, davanti a me ho delle persone silenziose, attente, ma anche timide e quasi a disagio. Non c’è in loro l’imprenditore, l’avvocato, l'architetto, lo psicologo, il medico, l’impiegato, l’operaio, lo studente o altro, c’è solo un semplice uomo, un futuro padre.

Mi era venuta l’idea di organizzare un incontro per i soli futuri papà, perché durante il corso avevo osservato una mancanza di libertà nell’espressione dei loro problemi, pensieri, sentimenti. Percepivo che volevano saperne di più su tante cose, ma che non osavano chiederlo davanti alle loro compagne.

Il primo gruppo di futuri padri a fare da “cavia” non era per niente omogeneo. Erano una decina, di tutte le età, da 24 anni a 50 anni…
Si erano già conosciuti nei due primi incontri del corso insieme alle loro compagne, ma non erano ancora entrati in confidenza. Mentre sistemavo le ultime cose, aspettando un ritardatario, li guardavo con la coda dell’occhio. Scambiavano qualche parola per darsi un contegno.

Feci sistemare l’ultimo arrivato e iniziai subito a formare il gruppo dei futuri padri. Il fatto di essere in un cerchio abbastanza raccolto rendeva la comunicazione più facile. Ogni futuro papà disse qualcosa di sé e perché era venuto.
Il “perché era venuto” era molto interessante: non sapevano esattamente il perché! Nel modo in cui lo dissero evidenziava chiaramente la loro curiosità, ma anche una specie di disagio.

Mi sentì il dovere di chiedere “Prima di iniziare, qualcuno ha delle domande particolari?” Si guardarono timidamente l’un l’altro e rimasero in silenzio.
Devo confessare che non me l’aspettavo. Immaginavo di dover affrontare delle domande di persone molto preparate sull’argomento gravidanza, figlio, genitorialità…

Avevo davanti a me l’esempio dell’umiltà ed è sempre stato così con i gruppi dei futuri papà che ho conosciuto nel corso degli anni.
I futuri papà che sono veramente ai fianchi della loro compagna e del bambino durante la gravidanza sono delle persone eccezionali, attente, in un atteggiamento interiore di ascolto e sono pronti a imparare tutto quello che serve per diventare migliori compagni e buoni padri.

http://www.lavitaprenatale.org

Ces futurs papa sont exceptionnels!

Ils sont venus au rendez-vous, comme ils le font tuojours. Rares sont ceux qui refusent de participer au "cours des papa" qui fait partie de notre accompagnement à la grossesse.

Et, comme d'habitude, je suis émue. Par empathie je sens peut-être leur émotion. Devant moi j'ai des personnes silencieuses, attentives, mais aussi timides et presque mal à l'aise. Ce ne sont pas des chefs d'entreprise, des avocats, des architectes, des psychologues, des médecins, des employés, des ouvriers, des étudiants ou autres, mais ce sont de simples hommes, des futurs pères.

sabato 6 settembre 2008

ESSERE IN ASCOLTO


L’aria entra nei nostri polmoni e da quando è entrata dolorosamente nei nostri polmoni all’istante del nostro primo respiro, non abbiamo smesso di respirare. Quando ci tuffiamo nell’acqua, siamo consapevoli dell’elemento acqua nel quale siamo immersi.
Siamo immersi nell’aria, ma lo dimentichiamo.

I suoni sono sentiti dalle nostre orecchie da quando eravamo nell’utero della nostra madre, verso i quattro mesi e mezzo di gravidanza. Quando ascoltiamo della musica siamo consapevoli dei suoni musicali nei quali siamo immersi.
Siamo immersi in uno universo di suoni, ma lo dimentichiamo.

Dal momento del nostro concepimento siamo sottoposti a stimoli di tutti i tipi. Una volta nati continuiamo ad essere immersi in un mondo di stimolazioni, ma lo dimentichiamo.

E’ vero, non potremmo vivere con una costante consapevolezza degli elementi della vita nei quali siamo immersi, c’è una soglia di auto-protezione che ci permette di evolvere in mezzo a quantità di vibrazioni che agiscono sul nostro corpo, sui suoi ricettori sensoriali e quindi sul nostro mentale. Ma possiamo imparare ad essere in ascolto della vita.
Allora “potremo forse percepire dei luoghi in cui è più facile vivere” (e io aggiungerei, più consoni alle nostre vibrazioni individuali), “essenzialmente perché l’agitazione molecolare di questi luoghi é più attiva o più facilmente attivata” come diceva il prof. Alfred Tomatis, specialista in audiopsicofonologia, a proposito del canto.

ved. sito: http://www.lavitaprenatale.org

MEDITAZIONE IN GRAVIDANZA

Meditare in gravidanza è bellissimo!

La futura mamma che capisce l'importanza di questa meditazione ricaverà da questa stato un beneficio fisico e psichico e sarà così in unione completa con il suo bambino in utero.
Niente di più facile:
la futura mamma, che chiamerò "mamma", perché lo è già a tutti gli effetti, si siede comodamente in una poltrona o dove vuole, ma l'importante è che sia comodamente seduta, semi sdraiata in modo da lasciare spazio al bambino per sdraiarsi anche lui. (Sì, anche il bambino in pancia si sdraia...).
Importante: assicurarsi che i telefoni e cellulari siano spenti. Vuotare la vescica prima di iniziare.
Mettere una musica in sotto fondo, tipo Concerto n° 21 di Mozart oppure qualsiasi musica preferita che sia rilassante.
Così installata, gli occhi chiusi, la mamma porta la sua attenzione sul respiro e aspetta che sia diventato calmo e regolare.
Il corpo piano piano si rilassa e si abbandona alla posizione, le mani dolcemente appoggiate sulla pancia. La mandibola è rilassata, le palpebre anche.
Ora la mamma si sente calma. Può essere che il bambino sia sveglio e si manifesti. Dolcemente la mamma lo accarezza con le mani e ascolta il suo movimento sotto le mani.
Che il bambino si muova o no, non esiste niente altro che questa unione mamma-bambino nel momento presente.
La mamma si visualizza con il suo bambino dentro una morbida sfera, colorata o no, molto luminosa, e osserva semplicemente le sue sensazioni.
Nel momento in cui questo stato smette di essere "magico" e cioè sospeso nel tempo, la sfera svanisce. Allora la mamma fa delle profonde respirazioni e con le dita delle mani fa dei piccoli "tap-tap" sulla pancia per salutare il bambino. Dopo si stira le gambe, le braccia, sbadiglia e riprende tranquillamente le sue attività.
E' il primo livello della meditazione. Sembra facile, ma non lo è così tanto, perché occorre imparare a cacciare i pensieri per poter entrare nella sfera magica!
Se la meditazione riesce, la mamma si sente rilassata e ricaricata e il bambino gioisce dallo stato della sua mamma...

http://www.lavitaprenatale.org

venerdì 5 settembre 2008

Parlo con il mio fratellino! Je parle avec mon petit frère!


Maria è una bambina molto fortunata: la sua mamma aspetta un bambino, il suo fratellino!
Maria gioca sempre con il bimbo, gli fa cucù o gli chiede le cose, oppure lo coinvolge nei suoi "scherzi" (nasconde le cose e dice che é stato lui alla mamma, allora la mamma chiede al fratellino cosa ha combinato...e via così...).
Dice che é un mattacchione, dice che ogni tanto esce dalla pancia e si arrampica fino al "nenne" (il seno) e succhia un po' e poi si infila zitto zitto nella pancia dall'ombelico.
Maria fa le carezze al fratellino accarezzando dolcemente la pancia della mamma e gli dice le cose dall'ombelico, di nascosto, così le sente solo lui.... Insieme alla mamma gli racconta anche le fiabe, gli canta le ninna nanna e le filastroche.
Maria batte le sue piccole mani sulla pancia e il fratellino risponde con dei colpetti con i suoi piedi. Così i due bambini comunicano e sono già complici...
Il fratellino vive come in paradiso, perché sente la voce della sua mamma che canta e sente la voce della sorellina che gli parla. Insomma vive in una Luce d'amore.
In questo caso manca la voce del padre. Ma per il bambino il più importante per il momento è sentirsi amato e ricevere stimoli rivolti a lui. Gli stimoli mandati dalla sorellina sono senz'altro i più efficaci in sintonia con la complicità della madre.
La figura del padre sarà importante dopo, una volta nato, quando saprà camminare e che dovrà inserirsi nella società degli uomini. Allora cercherà la sicurezza nella mano del padre.

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Marie est une petite fille qui a de la chance! Elle va avoir un petit frère.
Marie joue avec le bébé dans le ventre de sa maman, elle lui fait coucou, elle lui pose des questions et lui joue des tours (elle cache des choses et dit à sa maman que c'est le petit frère qui les a cachées, alors la maman demande au bébé ce qu'il en a fait... et tout le monde s'amuse!)
Marie dit que son petit frère est un coquin! Elle dit que de temps en temps il sort du ventre et rampe jusqu'au "tété" (le sein), têtouille et rentre en catiminie dans le ventre par le nombril...
Marie fait des caresses à son petit frère en caressant le ventre de sa maman et elle lui parle à travers le nombril en cachant sa bouche avec ses mains pour que personne n'entende ce qu'elle dit, car elle le dit seulement à lui. Avec sa maman elle lui raconte des fables et elles lui chantent des chansons.
Marie tape avec ses petites mains sur le ventre de sa maman et le bébè répond en frappant des petits coups de pied. Les deux enfants communiquent ainsi et sont déjà complices!
Le petit frère est comme au paradis car il entend la voix de sa maman qui chante et la voix de sa petite sœur qui lui parle. Il vit dans une Lumière d'amour!
Il manque la voix du père, mais pour l'instant ce qui est le plus important pour le bébé est de se sentir aimé et de recevoir de nombreuses stimulations. Celles envoyées par sa sœur sont certainement les plus efficaces avec la complicité de la mère.
Le rôle du père sera important après la naissance, quand le bébé commencera à entrer dans la société humaine. Alors il sera rassuré en tenant la main de son père.

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giovedì 4 settembre 2008

LA VITA PRENATALE e i condizionamenti sociali

Nel mio libro ho parlato della libertà del bambino in utero. Libertà dei condizionamenti sociali:

"Il piccolo essere umano cresce senza occuparsi del suo aspetto bello o brutto, del colore della sua pelle, senza sapere che appartiene ad una categoria di individui, maschio o femmina, normale o handicappato, ad una razza e che porterà tutta la sua vita il segno di questa razza, non soltanto nelle sue cellule, ma nel mondo degli uomini.
Non sa ancora che un giorno forse lo tratteranno da sporco negro o da nero, da sporco bianco o da coyotte... da coatto o da marocchino... di muso giallo... da...
Non sa ancora che apparterrà a un popolo e che forse questo popolo sarà sterminato per mano di un altro popolo.
Quando aprirà gli occhi si troverà immerso in una cultura, in un contesto sociale che non ha scelto. Così come non avrà scelto la religione alla quale apparterrà e che gli insegneranno che è la sola vera religione, che il Dio degli altri non è il vero Dio. I suoi genitori gli inculcheranno i propri valori, il proprio stile di vita. Gli insegnanti guideranno i suoi ragionamenti, le sue idee, le sue ideologie. Quando avrà venti anni sarà un essere umano condizionato."
Siamo ciecchi, non vediamo il condizionamento che pian piano ci trasforma, ci presta delle idee, degli atteggiamenti. A venti anni non siamo più liberi.

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Dans mon livre je parle de la liberté de l'être humain qui grandit dans le ventre de sa mère. Il est encore libre des conditionnements sociaux:
"Le petit être humain grandit sans se soucier de son apparence belle ou laide, de la couleur de sa peau, sans savoir qu'il appartient à une catégorie d'individus, homme ou femme, normal ou handicapé, à une race et qu'il portera toute sa vie la marque de cette race, non seulement dans ses cellules, mais dans le monde humain. Il ne sait pas encore qu'un jour peut-être on le traîtera...de sale nègre ou de black,...de sale blanc ou de coyotte,...de raton ou de bougnoul,...de chinetoc,...de... Il ne sait pas encore qu'il appartiendra à un peuple et que peut-être ce peuple sera exterminé par les membres d'un autre peuple.
Quand il ouvrira les yeux il sera dans une culture qu'il n'aura pas choisie. De même qu'il n'aura pas choisi la religion à laquelle il appartiendra et on lui apprendra que c'est la seule vraie, que le Dieu des autres n'en est pas un. Ses parents lui inculqueront leur manière de vivre. Les enseignants dirigeront ses pensées, ses idées, ses idéologies. Quand il aura vingt ans ce sera un être humain conditionné."
Nous sommes aveugles, nous ne voyons pas le conditionnement qui peu à peu nous transforme, nous prête des idées, des comportements. A vingt ans nous ne sommes plus libres.

martedì 2 settembre 2008

Musica in gravidanza, audiopsicofonologia, metodo del Dott. Tomatis

Il bambino in utero “chiede che la madre dimentichi la sua gravidanza per curarsi solo di nutrire di affetto e di amore l’essere che ospita nel suo ventre” (“La notte uterina” A.Tomatis

Il bambino in utero ha necessità di comunicare con la sua mamma. Dalla qualità di questa comunicazione dipenderà la futura comunicazione del bambino con il mondo esterno. Questo bambino tende l’orecchio, si mette in ascolto, “e se il desiderio di ascolto che lo sostiene non riesce a elaborarsi, progressivamente si spegnerà, mentre l’orecchio continuerà a udire”.(“La notte uterina” A. Tomatis). “in utero” dice il prof. Tomatis in “Nove mesi in Paradiso”, “il feto attraverso l’impatto sonoro che lo avvolge ricerca l’amore, l’affetto e l’emozione di cui ha bisogno…non si tratta di semplici sensazioni uditive, ma di ascolto nel senso più ampio del termine”.
E’ quindi ovvio: la madre deve poter essere in grado di occuparsi del suo bambino in utero, senza stress e facendo sentire la sua voce felice cantando, deve ascoltare musica e farla sentire al suo bambino. Françoise Dolto (1985) riporta il rituale degli zingari. Durante le 6 ultime settimane della gravidanza il più bravo dei loro musicisti suona per il bambino vicino alla pancia della madre. Dicono che più tardi il bambino chiede di suonare lo stesso strumento ascoltato in utero ed è molto bravo. Stimolazione dell’ambiente esterno sì, ma è ancora più importante la stimolazione interna tramite la struttura ossea della madre. Il suo bacino è “un’enorme cassa di risonanza” (“Nove mesi in paradiso” Alfred Tomatis) e noi, con l’audiopsicofonologia, il metodo Tomatis, riempiremo questo bacino, e cioè il nido del bambino, di musica! Così avremo raggiunto due scopi: rilassare la mamma e stimolare il bambino. Oggi la maggior parte delle future mamme lavora ed è quindi fortemente soggetta a stress. Per loro l’ascolto di Mozart e dei Canti Gregoriani è un vero cibo. Appena la musica inizia dentro le particolari cuffie…si addormentano, mentre i bambini si mettono a ballare! Addirittura una mamma in gravidanza di 4 mesi e mezzo che si lamentava di non sentire ancora il bambino muoversi, fece un salto di gioia sentendo per la prima volta il bambino muoversi durante l’ascolto di Mozart.

ved. il sito: http://www.lavitaprenatale.org

Lo dice Napoléon Bonaparte

« Il futuro dell’umanità è nelle mani delle madri » Napoléon Bonaparte.

La coppia madre-bambino è unita dal miracolo della vita. Sicuramente si potrebbe replicare che questo miracolo non ha bisogno di legami particolari tra la mamma e il piccolo in quanto si tratta della Vita. E pertanto durante i 9 mesi della gravidanza è la futura mamma ad essere la “formatrice” del bambino che porta in grembo.
La salute del feto e lo sviluppo del suo corpo fisico, incluso il cervello, dipendono dal nutrimento della mamma, dal suo stile di vita.
Lo sviluppo fisico ed emotivo del bambino dipendono dalla serenità con cui la mamma vive la sua gravidanza. Poiché la vita è una continua azione e reazione fisico-chimica è evidente come il feto si troverà impregnato ormonalmente in maniera benefica o malefica a secondo dello stato della vita interiore materna.
Durante i nove mesi della gravidanza la donna deve vivere in uno stato emotivo positivo. Il pediatra professor Jean-Pierre Relier lo dice molto chiaramente: ”Gli uomini fabbricano delle macchine. Le donne fanno degli uomini. La bellezza di questo compito è innegabile. Se la tecnologia e la medicina possono talvolta aiutare la natura o possono porre rimedio a certi difetti, non potranno però mai sostituire ciò che una mamma, nel corso di una gravidanza vissuta armoniosamente, dà al suo piccolo e che concorre a determinare la salute e l’equilibrio psicofisico futuri del bambino.”
Attualmente si sa che alcuni problemi psicologici in età adulta possono essere stati causati da una cattiva relazione subita insieme con la madre durante la gravidanza. Sappiamo che i soliti scettici sorrideranno di fronte alle possibili sofferenze “sentimentali” del feto, ma è certo che il più grande legame che unisce mamma e bambino nel suo ventre è l’amore.
Questo amore è vitale, se il feto ne è privato può anche rischiare di morirne. Non essere amato e non essere desiderato può essere il più grande rischio per il feto. Quel feto, una volta diventato adulto, sarà esattamente ciò che sua madre l’ha plasmato ad essere nel periodo che era nel ventre materno.
Il potere della donna è ben più grande di quanto si possa supporre.

Quando la futura mamma canta


Nel pancione della mamma il bambino sente i suoni. Cullato dal movimento del bacino della mamma il bambino ascolta.

Il suono, percepito inizialmente attraverso la pelle, i muscoli e le articolazioni prima di esserlo attraverso gli orecchi, è la vibrazione che accompagna costantemente lo sviluppo del feto. Basta pensare al battito del cuore della madre, ma ci sono anche il gorgoglio dello stomaco e dell’intestino, una musica di fondo non-stop. I rumori dell’ambiente esterno giungono al feto più tramite la risonanza della struttura ossea materna, che non attraverso la parete addominale. La voce della mamma è amplificata dalla cassa toracica. Il suo canto risuona nel ventre materno come in una cattedrale… il bambino ascolta tutto, il suo sistema neurosensoriale è costantemente stimolato da questi suoni. La mamma è come un direttore d’orchestra che ha la responsabilità delle emozioni trasmesse attraverso i suoni.
Il canto è l’espressione naturale della gioia o della tristezza.
Dopo la nascita il bambino si ricorderà del canto della mamma quando era ancora nel pancione, cosicché l’ascoltarlo nuovamente lo calmerà, comunicandogli di nuovo le emozioni del periodo prenatale.
Il canto ha dunque un’importanza primordiale nello sviluppo sensoriale ed emotivo del bambino.

Tutto sulla vita prenatale: http://www.lavitaprenatale.org

sabato 30 agosto 2008

la donna incinta

La donna, quando è incinta, influisce sullo sviluppo fisico e psichico di un essere che dipende interamente da lei. Durante 9 mesi la donna in gestazione trasmette al feto tutti gli elementi vitali necessari alla crescita equilibrata del suo bambino. La sua alimentazione, la stessa respirazione hanno un’azione diretta sulla formazione delle cellule del piccolo, in particolare sullo sviluppo del suo cervello. Se la mamma ha cura di respirare correttamente allora i neuroni del bambino saranno ossigenati correttamente. Il piacere che la donna trae dal cibo quando mangia alcuni alimenti da lei particolarmente desiderati (le famose “voglie” delle donne incinte) viene comunicato al piccolo che così inizia a stabilire una relazione positiva col cibo. Quando la mamma in gravidanza mangia cibi dolci il liquido intrauterino assume il sapore di questi cibi e lo trasmette al bambino che quando sarà grande si troverà a prediligere i sapori dolci.
L’alcol e il tabacco intossicano la madre e quindi di riflesso il suo bambino che sarà così condizionato fin da prima della nascita ad aver bisogno di queste droghe.
Il dottor Odent ha dimostrato in maniera incontestabile che le basi della nostra salute sono gettate in quei 9 mesi che dura la gravidanza.


Tutto sulla vita prenatale: http://www.lavitaprenatale.org

venerdì 29 agosto 2008

una persona in formazione

Studiare la vita prenatale non significa studiare quello che chiamano un "feto", ma significa studiare la vita di una persona in formazione. La sua vita prenatale è la prima parte della sua vita. La vita prenatale di tutti gli esseri umani determina la loro salute, la loro personalità, la loro capacità di comunicare con gli altri, la loro voglia di vivere... La vita prenatale inizia dal momento in cui avviene il concepimento. Se lo spermatozoo e l'ovulo si sono uniti in un ambiente d'amore, è già determinante sullo sviluppo della vita prenatale. Se la gravidanza è vissuta con amore, la vita prenatale del bambino si sviluppa armoniosamente e la persona che cresce nascerà a sua volta con un potenziale d'amore che sarà il suo migliore aiuto nella vita.

La vita prenatale dura 9 mesi, una vita intera da non sotto valutare!
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La Vita Prenatale

Chi siamo veramente?
Quanto può essere importante la nostra vita prenatale?
Da una cellula siamo diventati questo essere umano dopo 9 mesi vissuti in utero.
Possibile che questi nove mesi siano stati solo nove mesi di paradiso?
Mi sono appassionata per lo studio di questa vita prenatale e cercherò di inserire qui le mie riflessioni e le risposte alle numerose domande delle future mamme, anzi dei futuri genitori!

Il sito: http://www.lavitaprenatale.org/
contiene molti articoli mirati a dare informazioni ai futuri genitori curiosi di capire chi è il loro figlio e come comunicare con lui in pancia.